Gap generazionale

Ovvero il conflitto naturale, fisiologico, necessario persino, tra persone di generazioni diverse. E’ noto quello tra genitori e figli.
Meno noto e meno comprensibile quello che io vivo tra me e me.

Sissignori! Dentro me si agitano due me: quella irreale che si è fermata all’età di 20 anni, incurante degni anni che passano, e quella reale che ha gli anni che ha.
Come se ne esce? Non se ne esce.

Lo vivo da qualche anno, o meglio da qualche anno me ne sono resa conto. E non è stata una bella scoperta!
E’ accaduto che un giorno, e non saprei dire quando come e perché, ho preso coscienza improvvisamente e senza preavviso dell’età che avevo. E’ stato un colpo atroce. Una doccia fredda. Un fulmine a ciel sereno. Sono caduta in uno stato pietoso. Mi ripetevo continuamente: com’è potuto accadere? Fino a ieri avevo 10 anni di meno!… Non riuscivo a trovare una spiegazione plausibile. Io tutti quegli anni che erano passati, non li avevo sentiti passare. Un buco nero nella mia memoria. Eppure in tutti quegli anni ne erano successe di cose!

Questo è accaduto parecchi anni fa. Da allora è una crisi continua. Entro ed esco a intermittenza da crisi che oscillano tra quelle che possiamo definire adolescenziali tardive e quelle da senilità precoce. Non sento mai, però, di avere l’età che realmente ho: mi sento sempre molto più giovane o molto più vecchia. Probabilmente avrei bisogno di entrare in analisi e forse prima o poi lo farò.

Quello che però mi consola, è che non sono l’unica. Mi guardo intorno tra i miei coetanei e vedo che è un disturbo comune alla mia generazione, cioè di quelli nati più o meno tra il 1968 e il 1975. Cosa è successo in quegli anni? Cosa ci davano da mangiare le nostre mamme? Quali strani influssi astrali abbiamo subito? Cosa accadeva nei cieli in quegli anni? Perché non vogliamo crescere? Perché non invecchiamo serenamente come hanno fatto i nostri genitori e prima di loro i nostri nonni? Perché continuiamo a vestirci e a parlare da ventenni? E cadiamo nella depressione più nera quando i veri ventenni di oggi ci trattano da vecchi? La verità è che il nostro linguaggio e il nostro abbigliamento saranno pure da ventenni, ma da ventenni di vent’anni fa!

Anche noi entriamo in conflitto con i nostri figli, ma solo perché ci sembrano tremendamente vecchi e seri. E’ un conflitto generazionale inverso. Siamo più immaturi dei nostri figli, con un bagaglio, però, di esperienze che loro ancora non hanno. E di queste esperienze che ce ne facciamo? Vorremmo usarle per essere loro amici, per aiutarli a superare le loro crisi, visto che quelle crisi noi mica ce le ricordiamo semplicemente come le ricordavano i nostri genitori, no!  Noi quelle crisi le stiamo addirittura ancora vivendo!
E così siamo tutti disorientati, tanto noi quanto loro. Noi perché non vogliamo accettare di essere vecchi e loro perché non vedono in noi punti di riferimento, ma esseri addirittura più fragili di loro che avrebbero bisogno di protezione e comprensione. E quando ci rendiamo conto di questo e prendiamo in mano la situazione facendo i genitori (o almeno provandoci), non siamo credibili. E loro ci ridono in faccia. E hanno pure ragione!

Siamo un po’ patetici, diciamolo!
Ma siamo tanto simpatici!…

Informazioni su virginiaalba

Attrice di teatro. Autrice di testi teatrali. Regista. Speaker - Italian Voiceover
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Una risposta a Gap generazionale

  1. ancorase ha detto:

    E’ successo che abbiamo corso i nostri anni, che li abbiamo vissuto intensamente… che non siamo andati a passo d’uomo, ma generiamo ancora un tempo bambino che è la speranza del mondo. Grazie della riflessione. Si.

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